Intervista al presidente

Domande e risposte sul presente e il futuro della nostra scuola

Comunicazioni
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?: allora quando riapre l’Asilo

!: è la domanda che con insistenza mi pone la gente che incontro in posta, dal panettiere, per strada. Purtroppo a questa domanda non siamo ancora in grado di dare una risposta certa, ma quello che posso dire è che ci stiamo preparando per ripartire. Questa settimana il personale della Giovanni XXIII dopo aver svolto un corso sul rischio COVID-19, è rientrato a scuola per preparare la riapertura, per poter riaprire c’è tanto-tanto da fare, non si tratta solo di igienizzare/sanificare gli ambienti, ma di aprire profonde riflessioni e “mettere la testa e le mani” per riorganizzare radicalmente la scuola dell’infanzia alla luce della vigenti disposizioni in materia di salute e, inutile disperarsi, nessuno ha il Manuale d’uso pronto da applicare. Resta ferma la preoccupazione educativa verso il bambino, tutto il resto va rimesso in discussione, ripensato, reinterpretato e reinventato, liberandosi di schemi pre-esistenti per trovare nuove soluzioni: dall’organizzazione degli spazi, alla didattica, all’uso dei materiali, dei giochi, alla modalità di relazionarsi. 

Abbiamo anche ingaggiato un comitato tecnico-scientifico (con medici e tecnici) che supporti ed interagisca con il Collegio Docenti e il C.d.A. della Giovanni XXIII nelle scelte organizzative ed operative che dovranno essere fatte per dar corpo al progetto didattico-educativo del prossimo anno.

?: quali esperienze avete maturato in questo periodo di lockdown

!: L’esperienza che credo si sia condivisa maggiormente con questa pandemia sia quella di sentirsi precari. Dalla sera alla mattina ci è stato tolto, con un DPCM, la “tranquillità” di un ordinario tran-tran per catapultarci in un quotidiano che nessuno avrebbe potuto immaginare se non come soggetto di un film di fantascienza.

Lo scorso anno, alla Giovanni XXIII avevamo posto a tema come lavoro comune tra Collegio Docenti – CdA e Genitori “il cambiamento” e anche il solo porre questo tema come punto di attenzione, non nascondo, avesse generato disagi e fatiche. Riguardando ora, alle discussioni di allora, mi son reso conto di quanto fosse al fondo ancora intellettuale l’approccio rispetto all’esperienza di cambiamento esistenziale che abbiamo vissuto collettivamente in questi 100 giorni. 

Ora il dibattito si sposta sul “quando ritorneremo alla normalità?”. Personalmente credo che l’esperienza vissuta non debba e non possa essere cancellata come un “brutto ricordo”; permarrà a lungo in modo più o meno cosciente, nel nostro modo di concepire i rapporti tra le persone, a partire da quelli più intimi e famigliari, di gestire il nostro tempo, di pensare al nostro lavoro, ai bisogni dei nostri figli, alle esigenze dei nostri anziani, al valore della famiglia, al significato di una politica capace di sostenere concretamente.

Dolore e fatiche vissute che, inutile negarlo, ci accompagneranno ancora nel tempo che viene, non son certo cose che si possano augurare, ma voglio dire che, proprio per lo spessore di questo vissuto, non possiamo non farlo diventare coscienza per una consapevole ripresa in cui scale di valori e priorità, spesso confusi nel tritacarne del nostro convulso trafficare quotidiano, acquistino nitidezza e permangano quali cardini su cui far ruotare le inevitabili incombenze che ogni giorno occorrerà affrontare.

? Cosa c’entra questo con la riapertura delle scuole.

! Quello che risulta chiaro al momento è che, volenti o nolenti, con il virus dovremo convivere ancora per un certo tempo, e ciò ci costringe ad uno sforzo di cambiamento creativo per re-immaginare il far scuola, e credo (ma perché l’ho colto in molto del personale della nostra scuola che in questi giorni ho re-incontrato di persona dopo mesi di contatti via call) che l’esperienza vissuta in questo periodo abbia fatto crescere una coscienza e determinazione nell’affrontare il cambiamento che sarebbe stata prima impensabile. 

? Quali iniziative state programmando per la riapertura

! Potrà sembrare strano, ma la scuola dell’infanzia non è ancora finita. Anche con la sospensione delle attività a scuola, imposta con i decreti che si son susseguiti dal 23 febbraio al 17 maggio u.s., la Giovanni XXIII ha mantenuto aperto e potenziato nel tempo canali di comunicazione con i bambini e con  le famiglie che, almeno quelli con i genitori, credo manterremo in funzione anche nel tempo a venire.

C’è poi da chiudere l’anno scolastico con tutto ciò che questo si porta con sè, ad esempio accompagnare i nostri remigini alla scuola primaria e accogliere con i colloqui i nuovi iscritti al Nido ed alla Scuola dell’Infanzia. Tali colloqui saranno anche occasione per rilevare i bisogni delle famiglie e quindi orientare l’offerta e introdurre i genitori a quella che sarà l’idea di scuola del prossimo anno.

Stiamo pensando in forma COVID-compatibili le modalità per uno scambio di saluto di fine anno.

E’ stato anche predisposto un progetto (già inoltrato all’Amministrazione Comunale) per offrire un “giardino protetto” per i nostri bimbi del nido e stiamo ora valutando la possibilità di aprire, per i più grandi, un Centro Estivo per il mese di luglio.

E’ chiaro a tutti che i vincoli imposti dalla vigente normativa in materia (es. rapporto educatori/bambini di 1/5) comportano costi di gestione di tali servizi insostenibili con le solo rette a carico della famiglie e ci auguriamo quindi che quanto prima, siano effettivamente messi a disposizione delle Amministrazioni Comunali i finanziamenti attesi anche a sostegno di queste iniziative e per sostenere la riapertura della scuole a settembre (?).

?il prossimo anno la Giovanni XXIII compirà 110 anni di attività, come state pensando di festeggiare

! Continuando ad offrire alla Città di Novate un luogo di accoglienza e di crescita per i più piccoli e, nell’attuale situazione economica, sarà una bell’impresa che potrà essere portata avanti solo con l’aiuto dell’intera comunità (famiglie, cittadini benefattori, istituzioni) come per altro è stato alla nascita di questa nostra istituzione e, in vario modo, lungo tutta la sua ultracentenaria storia.

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